La più antica scritta dei pastori delle valli di Fiemme e Fassa retrodatata di un secolo
Friday November 14 2014
È di questi giorni la notizia del ritrovamento, tra la miriade di foto scattate tra il 2007 e il 2012 dai ricercatori del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina nel gruppo del Latemar-Cornón, di una scritta datata al 1558.
Da un punto di vista cronologico l'attività scrittoria dei pastori sulle pareti rocciose del Cornón era stata finora documentata a partire dalla seconda metà del ‘600 e continua fino ad oltre la metà del secolo scorso, ovvero fino al tramonto della società tradizionale.
La scritta, eseguita con il ból nel 1558, è stata rinvenuta sull’attuale territorio di Panchià: siamo ancora lontani dal 1780, quando Panchià e Ziano si separarono dalla Regola di Tesero.
Dell’autore della scritta, che lascia ben 5 testimonianze del suo passaggio conosciamo solo le iniziali del nome: BA, e del cognome: T. Nient’altro sappiamo di lui se non che volle delimitare due delle sue cinque scritte con una cornice lineare e arricchire lo spazio scrittorio in un caso con una decorazione a puntini: una sorta di sfondo sul quale far risaltare al meglio la sua identità; e nell’altro caso sormontando la cornice della scritta con una croce racchiusa in un cerchio e decorata con un punto al di sopra e al di sotto delle due braccia della croce (forse un segno di casa?). Nelle scritte le iniziali del nome e cognome dell’autore sono seguite dall’abbreviazione FL che sta per: fece l’anno.
Si tratta di immagini che risentono del corso del tempo: la gelivazione, staccando qua e là delle piccole porzioni del supporto roccioso, ha infatti compromesso la lettura delle scritte.
Non è da escludere che il proseguimento della catalogazione delle scritte porterà a confermare questo più antico inquadramento cronologico dell’attività scrittoria dei pastori.
Sono ben 2681 le pareti istoriate individuate nel gruppo del Latemar-Cornón e di queste a oggi ne sono state schedate e catalogate ormai oltre 1500, tutte collocate nella fascia altimetrica compresa tra i 1200 e i 2000 metri: al di sotto dei pascoli di quota destinati tradizionalmente allo sfalcio e al di sopra dei terreni coltivati collocati appena fuori dagli abitati. Era in quest’area che i pastori potevano pascolare i greggi comunitari di caprovini, avendo cura di non intaccare i terreni destinati comunitariamente a altre attività di sussistenza. Tale organizzazione spaziale rifletteva un uso del territorio decisamente intenso e una rigida regolamentazione della fruizione delle risorse comunitarie.