Il film “Archivi di pietra” alla 15a Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Novi Sad
Mercoledì, 16 Aprile 2014
La quindicesima edizione della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Novi Sad, organizzata dal Museo Civico di Novi Sad edall’Istituto Italiano di Cultura in Belgrado in collaborazione con il Museo Nazionale di Belgrado si svolge dal 14 al 16 aprile presso il Centro Culturale del capoluogo della Provincia Autonoma della Vojvodina, nella Serbia settentrionale. La rassegna offre agli esperti del settore e al vasto pubblico di appassionati, la possibilità di conoscere le produzioni più recenti nel settore dell’archeologia e delle discipline affini.
L’Istituto Italiano di Cultura in Belgrado partecipa a questa edizione della Rassegna Internazionale del Cinema Archeologico di Novi Sad sostenendo e promuovendo la presentazione di quattro documentari, in lingua italiana con sottotitoli in serbo, dedicati a luoghi e momenti diversi del ricco patrimonio archeologico italiano.
In programmazione per mercoledì 16 aprile alle ore 17.30, c’è il film del Museo degli Usi e Costumi della Gente Trentina “Archivi di pietra. Graffitismo pastorale in Val di Fiemme” (2012) per la regia di Paolo Cova.
ARCHIVI DI PIETRA. GRAFFITISMO PASTORALE IN VAL DI FIEMME (Italia, 2013)
Regia di PAOLO COVA
Genere: documentario; Durata: 20’
Lingua: italiano, con sottotitoli in serbo; colore
Il Monte Cornòn domina con la sua possente mole la Val di Fiemme, nel Trentino. Lungo i suoi spalti di roccia biancastra, che separano le praterie di alta quota dai pascoli sottostanti, i pastori di quella zona hanno lasciato per secoli molte tracce indelebili della loro presenza. Infatti, usando l’ocra rossa, una pietra tenera che si trova facilmente in molte zone del Monte Cornòn, questi uomini hanno inciso graffiti sulla roccia, riprendendo una pratica antichissima, diffusa fin dalla Preistoria.
Nelle scritte più antiche fino ad ora analizzate, che risalgono al Seicento e Settecento, prevalgono le sigle del nome e del cognome del pastore, le raffigurazioni della sua casa, i simboli sacri e i conteggi dei capi di bestiame. Lo spazio usato per la scrittura è spesso delimitato da una piccola cornice, sormontata da una croce. Dall’Ottocento in poi i testi sono più complessi, anche in seguito a una sempre più diffusa alfabetizzazione, che permette ai pastori di redigere una sorta di diario in cui non solo annotano i piccoli eventi legati al loro lavoro, ma esprimono anche i propri particolari stati d’animo.
L’analisi attenta delle rocce del Monte Cornòn, veri e propri archivi di pietra, permette di ricostruire il mondo sociale dei pastori, basato sul millenario sfruttamento delle risorse dell'ambiente montano alpino. La pastorizia, d’altro canto, è strettamente collegata con le altre attività economiche con le quali forma un sistema produttivo coerente: l'agricoltura, l'allevamento del bestiame, la produzione alimentare dei derivati del latte, lo sfruttamento del bosco per il legname, la caccia, la produzione di strumenti da lavoro e di strumenti musicali.
Le scritte calano vistosamente nella seconda metà del '900, in concomitanza con i profondi cambiamenti provocati dal boom industriale degli anni Cinquanta e dall'avvento del turismo di massa. Nella Val di Fiemme, come in molte altre zone del Trentino, la società montanara tradizionale si trasforma. Non solo perde la sua caratteristica identità, ma abbandona gli usi, le tradizioni e le credenze di un tempo. Il suo rapporto con il tempo e con le stagioni cambia radicalmente, così come cambia la visione del mondo delle comunità alpine. E nessuno più affida la memoria della propria esistenza agli archivi di pietra...